«Tirate fuori l’adrenalina?» chiedo in quella porzione di mattino con la luce simile alla mia confusione. «La trenalina?»
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“Con Eracle e Gaspare smascherato, ci ritroveremo in cima al bell’olfatto della torre dell’orologio accerchiata da un cirro di mare.”
Leggi tuttoLa visione ha corso nel 2020 senza farsi catturare dalla rete. Ha lavorato per la carta del futuro molto prossimo. AUGURI!
Leggi tuttoEracle ha negli occhi sempre una ragione per fotografarmi. È il suo viaggio più lungo perché ci abita. Ad ogni tappa si ferma con suo figlio per giocare con la sabbia.
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“Ciao campione, com’è andata a scuola?” “Male”, risponde elettrizzato dal gioco e dalla presa in Giro di cui siamo complici.
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Sono un fondamentalista del linguaggio, non transigo, esigo tu parli il silenzio in questo enclave, altrimenti non mi troverai.
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Il suo corpo è coperto dalla pelle colorata della vita, retto da una colonna vertebrale che non si piega mai, sempre con una linea perfetta allenata dal vento.
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Le nuove cose sono salti oltre il cerchio disegnato della periferia, raggiungibili attraverso scale, ponti, terra e acqua.
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Tatam, tatam, corrono sulla ripetitività di questo suono le visioni e i ricordi, le idee e le riflessioni dei ferrovieri seduti nei vagoni. Tante immagini pensate nell’istante in cui il treno attraversa la stazione di Carovigno e qui scese.
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Caputoscta è chi vive anche quando fulminato e le cui radici percorrono un risorgimento al contrario, si disuniscono vestendo tutte le forme che gli sono state accanto, che l’hanno attraversato, fulminate anch’esse trattengono incollato lo stesso spirito del padre.
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